Oggi giorno siamo circondati da dispositivi mobili e da una tecnologia che nel corso degli anni ha fatto passi da gigante. Si potrebbe dire sia davvero difficile trovare qualcuno che attualmente non abbia un cellulare, un pc oppure un qualsiasi altro dispositivo come tablet e lap top. Tutti questi dispositivi si caricano usufruendo dei caricabatterie che però in commercio non sono certamente tutti uguali. Questi possono essere standard oppure powerbank portatili, a corrente elettrica oppure ad energia solare, con un voltaggio superiore oppure più basso, ma comunque fino a quando la batteria non si scarica va tutto bene, fino a che si è in esigenza di usare il tablet oppure lo smartphone e non abbiamo più una presa. Ecco che la risposta è da cercare nei caricabatterie portatili.
In questa sezione ci occuperemo non solo dei caricatori portatili ma anche di quelli standard e che servono a ricaricare batterie diverse, come quelle dell’automobile. Non è importante quale batteria va a ricaricare di energia il nostro caricatore: l’importante è capire come questi dispositivi funzionano e in che modo evitare di danneggiarli, facendone quindi un utilizzo intelligente. Buona lettura!
Il caricabatterie è uno strumento che viene utilizzato da sempre per erogare energia elettrica da un dispositivo ad un altro. In base alla potenza della batteria che riceve corrente e alla sua tecnologia possiamo avere una carica di corrente differente. Oltre alla carica standard possiamo trovare anche la ricarica rapida, ossia quei dispositivi che vanno a funzionare molto più velocemente rispetto agli altri commercializzati e comuni. Quando parliamo di ricarica rapida possiamo riferirci sia agli smartphone che ai laptop. Lo standard attuale in commercio per quanto concerne i caricabatterie tradizionali è di 5 Watt mentre una ricarica rapida farà riferimento a circa 18-20 Watt.
Scegliere il caricabatterie giusto per la propria automobile dipende molto dal tipo di veicolo che abbiamo. Le batterie dei veicoli sono infatti tutte diverse fra loro: che sia un furgone, un automobile, una moto o altro, è importante valutare il tipo di batteria e la potenza di questa. In genere le automobili utilizzano per lo più batterie da 12 V mentre ci sono poi i veicoli più grandi che utilizzano un voltaggio superiore. Prima cosa quindi vi suggeriamo di guardare il livello di compatibilità fra caricabatteria ed automobile, per poi in secondo luogo guardare la durata, il modello e via dicendo.
E’ importante inoltre specificare che i modelli di caricabatteria con il medesimo voltaggio non sono tutti uguali in quanto si differenziano fra modelli a piombo-acido e modelli con acido gelatinizzato; più comunemente possiamo poi trovare il sistema già montato in auto denominato “start e stop” che si accende e si avvia contestualmente all’accensione della macchina.
Avremmo tutti ultimamente sentito parlare di ricarica lenta e ricarica veloce. Ci sono delle dovute differenze da fare quando si parla di queste due tipologie di ricarica. Prima di tutto, la carica lenta che non significa essere minore a livello qualitativo, piuttosto indicata in alcuni casi, ossia qualora la batteria sia da ricaricare completamente e in maniera duratura. la ricarica lenta infatti impiega un po’ di tempo per terminare la sua funzione di ricarica completa poiché parliamo anche di 8-9 ore, tuttavia è totalmente differente dalla ricarica rapida che invece serve a dare una sferzata di energia e di far accendere il dispositivo scarico in maniera velocissima.
Se l’oggetto della nostra ricarica è un veicolo come una macchina o una motocicletta che magari viene lasciata ferma durante il periodo invernale allora dovremmo optare per un caricabatterie con funzione di mantenitore che consente di mantenere la batteria abbastanza carica anche quando il dispositivo non viene utilizzato. Grazie a questo genere di caricabatterie, anche dopo mesi e mesi di inutilizzo potremmo stare sereni di far funzionare i mezzi tranquillamente.
Il caricabatteria per l’automobile non è altro che una sorta di “raddrizzatore”. Che significa questa definizione? In pratica il caricabatteria della macchina ha la funzione di trasformare la corrente alternata in corrente continua, ossia la corrente elettrica che arriva normalmente dalla rete generale viene trasformata in corrente elettrica continua ossia di quel genere di corrente di cui la batteria ha bisogno per essere ricaricata e quindi funzionare. In base alla batteria, questa cambia molto. Un caricatore per automobile ha intrinseco una tensione nominale ed un livello di corrente da emissione massimo per la ricarica che sono diversi a seconda del tipo di batteria e della capacità massima. Si tratta di un sistema che hanno quasi tutti i caricabatteria per automobile in quanto se non ci fosse, il numero di batterie permanentemente rovinate sarebbero tantissime.
Per capire il consumo effettivo di un caricatore per automobile bisogna considerare la batteria e l’amperaggio del caricabatteria. In genere i modelli di 12 V hanno un consumo di circa metà del valore di 1 Kw/h, tenendo in considerazione anche l’amperaggio di circa 40-45 A.
I caricabatterie per automobili è difficilmente danneggiabili in quanto le sue componenti non sono facilmente oggetto di danno. Nel caso in cui le parti interne per qualche raro motivo dovessero presentare problemi, ossia le bobine di trasformazione di energia elettrica che passano la corrente da alternata a continua, allora bisognerà per forza parlare con un elettrauto. Al di la dei fili interni che sono comunque le parti più delicate, dell’automobile possiamo trovare danno anche alla struttura ed al funzionamento del caricabatterie stesso. In questi casi è possibile sia rotta la spina dell’alimentazione e quindi in questo caso facilmente riparabile semplicemente scollegando il caricabatterie dalla presa di corrente ed individuando il fusibile rotto. Potete quindi sostituire lo stesso con un altro che abbia lo stesso wattaggio. Se avete a disposizione un voltometro potreste all’occasione anche controllare che sul display esca il voltaggio corrispondente al caricabatterie che in genere è 12 oppure 24 V. Se il voltaggio però dovesse risultare minore rispetto a quello standard del caricabatteria, vorrebbe dire che c’è un problema di cablaggio all’interno.
Per un utilizzo corretto e ponderato delle pinze oltre che sicuro occorre verificare prima di ogni cosa la presenza di una presa di corrente proprio laddove vogliamo usare le pinze e la carica della batteria. Per prima cosa quindi alziamo il cofano della nostra automobile e cerchiamo la batteria la quale una volta individuata andrà privata dell’involucro di protezione. In questo preciso momento entreranno in gioco le pinze e i morsetti che sono strutturalmente dotati di due pinze: una nera ed una rossa. Le pinze rosse andranno collegate al polo positivo, mentre quella nera al polo negativo.
Se doveste avere a disposizione un modello di caricabatteria smart e quindi di quelli che avvisano a ricarica avvenuta, sappiate che sbagliando la posizione delle pinze la ricarica non si avvierà. Un motivo valido questo per potervi permettere quindi anche di sbagliare e stare sereni sull’utilizzo di questi caricatori. Inoltre se scegliete una ricarica standard ci vorranno circa 7-8 ore di ricarica, altrimenti se necessitate di un kit di emergenza, probabilmente vi farà comodo un caricabatteria a ricarica rapida che vi aiuterà ad innalzare in brevissimo tempo il voltaggio e far ripartire la macchina.
Prima di poter rispondere definitivamente a questa domanda, occorre precisare che i termini rapido e standard non assumono un significato fisso. Non esiste quindi una numerologia esatta quando si parla di ricarica rapida, piuttosto bisogna tenere presente che i tempi di ricarica così come il voltaggio, dipendono sempre dalla capacità della batteria che stiamo per ricaricare. Uno stesso caricabatteria può ricaricare in 7 ore e in un’ora a seconda della batteria che ha di fronte a sé. Se vogliamo proprio sapere quanto impiega una determinata batteria a ricaricarsi allora possiamo usare un calcolatore battery charge time.
Per capire quanto tempo un powerbank impiega a ricaricare il nostro telefono cellulare basterà un semplice calcolo, dividendo la capacità della nostra batteria, ammesso la sappiamo, per la corrente di ricarica del dispositivo che ricarica. Al valore che otteniamo andremo a sommare un 20% poiché dovremo tenere in considerazione degli elementi quali le resistenze e il riscaldamento che possono rendere meno efficiente il caricatore.
Di norma una batteria di 1500 mAh ci metterà 3-4 ore per arrivare a ricarica completa con un powerbank di 500 A
Uno dei casi più discussi è la batteria che subisce una riduzione del proprio funzionamento a causa del carica batteria. Si tratta nel caso specifico di un fenomeno chiamato overcharging. Naturalmente però è da specificare che questo fenomeno avviene solo quando si utilizzano caricabatterie molto economici di scarsa qualità oppure quando utilizziamo spesso il carica batteria rapido. Il meccanismo di ricarica di fatti non è controllato e non c’è un tempo di ricarica specifico. Le batterie vengono quindi ricaricate in modalità speed.
Questo non significa che i caricatori veloci non vanno bene: bisogna invece usarli non di continuo e quotidianamente ma solo nei casi di emergenza. Per quanto riguarda i caricatori di scarsa qualità, questi andrebbero evitati sempre se non vogliamo che la nostra batteria venga danneggiata in maniera permanente. Il caricabatterie non è in genere strutturato per controllare il livello di batteria e di corrente elettrica presente nella batteria per cui se colleghiamo alla batteria semi carica, un caricatore, questo probabilmente finirà per danneggiarsi . Uno dei modi per capire che il caricatore che stiamo utilizzando non va bene per la nostra batteria è quello di sentire il surriscaldamento della batteria e del caricatore. Per evitare tutti questi problemi e salvaguardare il tempo di vita del nostro caricabatterie e della batteria, che sia di un cellulare oppure di un pc, possiamo optare per l’acquisto di uno smart charger che individua per struttura e microprocessore i tempi di ricarica e la quantità effettiva di corrente elettrica di cui necessita la batteria.
Un’altra parola spesso associata al contesto dei caricabatteria è trickle charging. Questo genere di ricarica serve a fornire energia elettrica sufficientemente giusta per far si che la batteria sia completamente carica ma al contempo controllare il fenomeno di overcharging. In pratica se volessimo tradurre la parola trickle charging, possiamo definirla come ” mantenimento della carica“. Il funzionamento alla base è quello che porta la batteria a ricaricarsi lentamente, di fatti rispetto agli altri caricatori, un carica batteria trickle charging va molto più lentamente ma preserva il dispositivo da rotture e danneggiamenti vari. Possiamo anche permetterci di dimenticarci il caricabatterie attaccato alla corrente perché non avremo mai problemi di surriscaldamento e di danneggiamenti dovuti ad una erogazione oltre limite della corrente. Pratico e comodissimo per chi ha molti impegni e spesso sa di dimenticare il caricatore attaccato alla corrente temendo la sovraccarica.
Esistono in commercio anche i caricatori solari che si alimentano di energia grazie all’azione naturale del sole. Un modo del tutto ecologico di ricaricare energia anche ai nostri dispositivi. Ma come sappiamo, la tecnologia non dispone di strumenti tutti uguali. Esistono i caricatori solari portatili ed i caricatori solari. Il caricatore solare ha una struttura realizzata di modo che possa essere applicata ed espsto ovunque immagazzinando energia solare in maniera velocissima e facile. La struttura può essere ripiegata su se stessa poiché molto flessibile.
Il caricatore solare portatile invece hanno una struttura molto più piccola e compatta e sono anche molto più leggeri. In verità sono molto più simili ai powerbank tradizionali e di conseguenza comodi da mettere ovunque per essere portati con sé.
Il numero di uscite ideale di un powerbank dipende molto da che tipo di utilizzo si intende fare del powerbank stesso e da quali sono le esigenze di ricarica e di tempi. Inoltre se con un solo powerbank avrete necessità di ricaricare più dispositivi, dovreste munirvi di un powerbank a più porte di uscita. In genere si consiglia di optare per un powerbank che ha almeno due uscite usb: una delle due è dedicata alla ricarica rapida mentre l’altra ha tempi di ricarica lenta e quindi è standard. In commercio potrete trovare una uscita, due o addirittura 4 o 6 uscite. Non è certamente atipico trovare un dispositivo che abbia tante porte USB e per questo non avrete né difficoltà di trovare un powerbank simile né tanto meno pagherete chissà quanto di più per un powerbank a più porte.
Anche il livello di potenza è un elemento che va ponderato bene. Per essere efficace un powerbank dovrebbe avere una potenza rapida e veloce. Maggiore potenza corrisponderà per forza ad una ricarica molto rapida. In termini numerici un buon powerbank ha una potenza che si aggira attorno ai 20 Watt in totale. Ma tutto dipende dalle necessità poiché se dovrete sempre e solo ricaricare uno smartphone, anche una potenza di 5-10 watt andrà molto bene e sarà efficiente. Dinanzi alla necessità di ricaricare più dispositivi contemporaneamente invece sarà necessario cercare una potenza maggiore e quindi che parta dai 20 watt in poi.
Se vi state chiedendo qual è la possibilità di usufruire di un powerbank solare al posto di uno a corrente elettrica, la risposta a questa domanda è naturalmente: si la possibilità di usufruire di un caricatore ad energia solare è corrispondente alla possibilità di sceglierne uno a corrente elettrica. I due dispositivi sono difatti in tutto e per tutto uguali poiché sfruttano internamente gli stessi meccanismi: l’unica differenza è la fonte di energia che il caricabatteria preleva dall’esterno. Naturalmente per un fatto legato esclusivamente ad una componente di comodità d’utilizzo, sarebbe meglio dotarsi di un caricatore solare da usare all’occasione e quindi quando realmente si resta senza carica. I carica batteria a luce solare per poter accumulare energia necessitano di tempo e quindi di un’esposizione ai raggi del sole.
La tecnologia qi è un metodo di ricarica wireless che consente di mantenere un telefono cellulare carico senza connetterlo ad un cavo oppure ad una micro USB. Mentre prima la tecnologia qi era relegata a pochi produttori, oggi giorno è disponibile per la maggior parte dei modelli di smartphone in commercio e quindi sia per gli Android che per i modelli iOs.
La ricarica wireless qi quando presente in un dispositivo è generalmente indicata con la dicitura qi integrated. In alcuni casi è anche scritto wireless charging built -in . Ad ogni modo è da dire che nella maggior parte degli smartphone e di pc di ultimissima realizzazione la ricarica wireless è sempre montata e quindi in automatico, di default dovrebbero contenerla. In questo caso non ci sarà bisogno di cercare nulla né di fare alcunché. Ci sono poi degli smartphone che riportano la dicitura Qi Ready . Questa sta ad indicare che bisogna abbinare un piccolo dispositivo, un trasformatore per l’esattezza che sia in grado di collegare lo smartphone con la stazione di ricarica wireless. In pratica il dispositivo è preformato per la ricarica Qi ma non ne ha una già integrata e montata all’interno.
Una batteria esterna e quindi anche un powerbank, necessita di un cavo che sia in grado di portare la corrente e l’energia da una fonte ad un’altra. Per mettere in moto questo trasferimento si ha necessità del cavo che serve per l’appunto per ricaricare sia telefoni, sia tablet che altri dispositivi. La maggioranza dei powerbank hanno porte USB ma non cavetti integrati. Alcune batterie particolari hanno anche il cavetto integrato di serie di tipo non removibile proprio per sfruttare al meglio questa funzione, evitare che il cavo vada perso o che si danneggi e per rendere il caricabatteria di norma anche più comodo e versatile da utilizzare.